Umberto Esposito
Il plauso della commissione di laurea si riserva a studenti eccellenti, laureati con lode e con un curriculum accademico da fare invidia. Ma ci sono delle eccezioni, e Umberto Esposito è una di quelle. Perché oltre ad essersi laureato in ingegneria meccanica all’Università Federico II, due settimane prima ha anche guidato da capitano la nazionale di pallanuoto sul gradino più alto del podio alle Universiadi di Napoli. Tutti i presenti non possono che applaudire.
La medaglia vinta alle Universiadi non è una sorpresa. Si tratta dell’ennesimo trionfo internazionale per l’atleta napoletano, dopo 2 medaglie ai mondiali giovanili (un oro e un argento) e 2 alle universiadi (un argento e un bronzo). Successi che si aggiungono ai 3 scudetti giovanili e alla storica qualificazione in Champions League con la Canottieri Napoli.
Partiamo dall’inizio: da dove nasce la scelta della facoltà e di rimanere a Napoli?
La scelta della facoltà è stata insolitamente semplice. Appassionato di motori e meccanica dalle scuole superiori, non ho avuto dubbi – anche se sapevo che sarebbe stato molto complicato laurearsi in ingegneria. Ed allontanarsi da casa non è mai stato in discussione per il legame con la mia città e per la voglia di continuare il lavoro nell’azienda di mio padre.
Ma quindi perché non fare solo il pallanuotista ed accontentarsi di un futuro assicurato nell’azienda di famiglia?
Aspettare l’allenamento senza fare niente non è mai stato il mio forte: non mi piaceva fare solo ed esclusivamente l’atleta. Ho sempre cercato di riempire la mia giornata con attività interessanti e complesse che mi spingessero a migliorare.
Conciliare sport e università al tuo livello in Italia rischia forse di riempire addirittura troppo la tua giornata. Quali le conseguenze dei tuoi impegni sportivi sul tuo percorso universitario?
È stato senza dubbio molto difficile. Specialmente quando mi allenavo 20 ore a settimana e nel weekend avevo la partita. Poi si aggiungevano i raduni estivi con la nazionale e anche solo essere a Napoli quando c’era l’appello d’esame diventava complicato. Anche per questo ho finito con il laurearmi in ritardo – e diciamo che la mia media non era la più alta della classe.
Il fatto che non facessi parte di un programma universitario dedicato a studenti atleti probabilmente non ha aiutato. Ma cosa ti ha permesso di riuscire a tagliare il traguardo più importante – la laurea?
Personalmente ho sempre trovato utile organizzarsi bene al mattino, per portarmi avanti con lo studio prima dell’allenamento. Anche l’aiuto dei compagni di studio è stato fondamentale. Uno degli aspetti più importanti per me è stato proprio trovare qualche amico disposto ad aiutarmi – magari passandomi gli appunti o confrontandosi con me prima di un esame. I consigli di chi ha seguito i corsi di persona fanno spesso la differenza.
E qualche consiglio da parte tua per chi non è ancora sicuro di voler intraprendere un percorso del genere?
Al momento della decisione su quale percorso intraprendere ho trovato utile riflettere su quale aspetto era prioritario per me e in che posizione avrei voluto essere nel medio termine – diciamo 5/10 anni. Sapevo ci fosse il rischio di laurearsi in ritardo o di non arrivare al top nel mio sport. Ma ero certo che un percorso simile mi avrebbe permesso di continuare a fare qualcosa che mi appassiona e di costruire un’alternativa valida per il mio futuro professionale.
Se potessi tornare indietro cosa faresti diversamente?
Cercherei di viverla con meno ansia e di essere meno duro con me stesso. La voglia di fare sempre tutto al massimo a volte rischia di diventare poco sostenibile: ricordo ancora di alcuni esami per cui ho dovuto dare veramente tutto. Un passo indietro per vedere il mio percorso in prospettiva avrebbe aiutato.
Quale invece il ricordo più bello?
Probabilmente il plauso della commissione. Ma devo ammettere che ogni volta la soddisfazione di un esame andato bene era qualcosa di davvero fantastico. Negli sport di squadra se giochi male puoi anche vincere – all’esame sai che dipende tutto da te.
Tutti festeggiano la propria laurea con la toga e il tocco, ma pochi con una medaglia d’oro al collo.
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Grazie Umberto, benvenuto nella Community Studenti Atleti e in bocca al lupo per tutto!
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